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La prima scrittura

Circa 5000 anni fa, nelle popolazioni antiche come quella dei Sumeri, iniziò ad esserci

la necessità di tenere la contabilità delle grandi quantità di merci che venivano immagazzinate nei templi, per cui si cominciarono ad utilizzare dei segni per rappresentare i numeri. I sacerdoti diedero questo compito agli scribi, che scrivevano con uno stilo appuntito su delle tavolette di argilla fresca, cotte poi in forno o fatte essiccare al sole. Inizialmente essi usavano i pittogrammi cioè disegnavano proprio le merci che erano nei magazzini con a fianco i segni che indicavano la quantità. Successivamente si iniziò ad usare un tipo di scrittura simbolica che sostituiva inizialmente la parola intera al disegno, e in seguito la scomponeva in sillabe, rappresentando ogni sillaba con un segno (o glifo). Poiché i simboli usati per rappresentare le sillabe avevano forma di cuneo, la scrittura dei Sumeri fu chiamata "cuneiforme". La scrittura cuneiforme era molto complessa e si basava su un gran numero di simboli. Imparare a scrivere richiedeva moltissimo tempo. Soltanto gli scribi, funzionari addetti alla ziggurat che provenivano da famiglie nobili, sapevano scrivere. Erano gli unici che, destinati sin da bambini a diventare scribi, potevano frequentare la scuola detta edubba o casa delle tavolette. Gli scribi erano pochi ed avevano grande potere dato che amministravano le ricchezze dello Stato e aiutavano i re nelle loro decisioni L'invenzione della scrittura è un momento importante nella cultura umana, perché la sua introduzione segna il passaggio dalla Preistoria alla Storia. La scrittura ha permesso ai popoli di lasciare una traccia scritta delle proprie azioni, tradizioni, leggi e culture e, dunque, ci ha consentito di ricostruire più facilmente la loro storia. In sinergia con il percorso di storia, anche nelle attività di italiano può essere interessante fare con i bambini un approfondimento di tipo laboratoriale sulla scrittura, partendo proprio dall'esperienza di incidere i glifi e i pittogrammi su una tavoletta di argilla.

Di sicuro questo può diventare un lavoro di ampliamento lessicale, di formulazione di ipotesi e di argomentazioni. Tutto poi raccontato in una "biografia" dell'attività, stesa dagli alunni e valutabile come competenza linguistica .

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